Ogni anno, il 3 maggio, in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa viene diffusa la classifica sulla libertà di stampa di Reporters Sans Frontières (RSF), che certifica non solo in quali luoghi del mondo esistono le effettive condizioni per esercitare liberamente il diritto di informazione, ma anche la salute della democrazia in quanto l’informazione rappresenta un presupposto imprescindibile per qualsiasi società democratica e in nessuna nazione può esserci democrazia senza informazione. Disinformazione, propaganda, intelligenza artificiale: queste alcune delle minacce che in tutto il mondo, secondo RSF, mettono a rischio la libertà di informazione. E l’Italia? Quest’anno il nostro Paese risale la classifica, passando dal 58esimo al 41esimo posto, riguadagnando cioè le 17 posizioni perdute l’anno scorso. È una buona notizia? Cosa è cambiato nel panorama informativo rispetto a solo un anno fa? Qualche giorno fa l’Unesco ha avviato una campagna di sensibilizzazione chiedendo di postare sui social il messaggio: “Everything is alright”, “Va tutto bene” perché se nelle notizie va tutto bene c’è qualcosa che non funziona nel giornalismo e quando il giornalismo è compromesso non si possono tutelare i più elementari diritti umani.
