Già con l’invenzione dei caratteri mobili, nel 1450, il potere comprese subito il potenziale di questi nuovi strumenti come mezzo di condizionamento delle coscienze e delle opinioni e se ne garantì il controllo.
Molti anni dopo, nell’Inghilterra del 1787, durante una seduta della Camera dei Comuni del Parlamento inglese, il deputato Edmund Burke esclamò rivolgendosi ai cronisti parlamentari seduti nella tribuna riservata alla stampa: “Voi siete il quarto potere!”
L’Inghilterra del XVIII secolo fu il primo Paese in cui apparve chiaro il ruolo della stampa come strumento essenziale per la formazione dell’opinione pubblica e la creazione di uno Stato democratico.
Secondo l’interpretazione di Burke del suo ruolo, la stampa esercita la sua importante funzione se rimane nettamente separata dagli altri tre poteri costitutivi dello Stato.
Ma cosa succede alla democrazia se questo potere finisce nelle mani di un ristretto gruppo di persone?
Questo percorso – in otto incontri –
si propone
di riflettere su una tematica
che condiziona fortemente le nostre vite
e le nostre scelte, anche se non sempre ne siamo consapevoli.
Programma dettagliato
1. Cultura della notizia e funzione della stampa
2. La propaganda di guerra e l’esperienza fascista
3. L’istituzione dell’albo, le leggi repubblicane sulla stampa e l’editoria
4. I quotidiani italiani, confessionali e di partito
5. La televisione e Berlusconi
6. I grandi gruppi e il lobbismo in Italia e nel mondo
7. Informazione come bene comune
8. Etica, questa sconosciuta